VALERIA PARRELLA: TEMPO DI IMPARARE

Tempo di imparareFare il nodo ai lacci delle scarpe, colorare dentro i contorni, lavare bene i denti (anche quelli in fondo), salire scale sempre nuove senza stringere per forza il corrimano. E poi: avere lo sguardo lungo, separare l'ansia dal pericolo vero, vincere, perdere, aspettare, agire, confidarsi, farsi valere, rassegnarsi. A dover imparare tutto ciò, in questo romanzo colmo d'energia e dal potere medicamentoso, sono una donna e il suo bambino. Lei ha l'esperienza, mentre lui per capire mira all'essenziale; lei ha occhi pronti a cogliere ogni spigolo, mentre lui da dietro gli occhiali le insegna a leggere il mondo a due dimensioni.
Davanti a loro si stagliano tutti gli ostacoli possibili, e per fronteggiarli hanno a disposizione molta paura e altrettante armi. La paura è quella di non farcela, e le armi a ben guardare sono le stesse della letteratura: nominare le cose, percorrerle, trasfigurarle, lasciarle andare. Tenendosi per mano - ma chi reggendo chi è difficile dirlo - si muovono tra fisioterapisti e burocrati, insegnanti e compagni di classe, barcollando o danzando, ma sempre stringendo nel pugno una parola difficile che comincia per «H», e che sembra impossibile far germogliare.
Perché se hai tatuato addosso il numero 104 - quello della legge sulla disabilità - e vivi in un mondo «che non ha proprio la forma della promessa», mettere un passo dopo l'altro diventa ogni giorno piú difficile. Ma c'è chi prima di loro e insieme a loro ha solcato lo stesso mare impetuoso, facendosi le stesse domande: «Stiamo tornando indietro o andando avanti? Quando si è in navigazione da tanti anni si perde la rotta».
Tempo di imparare è un libro scritto in prima persona, in cui «io» e «tu» diventano un'unica cosa: «irriducibili l'uno all'altro, eppure intercambiabili». La voce di Valeria Parrella - intima, abissale - dice il momento in cui la relazione tra ogni genitore e ogni figlio si strappa, il binomio si scompone, e ci si guarda da lontano: per intero.

JAMES LEE BURKE: RABBIA A NEW ORLEANS

Rabbia a New OrleansNew Iberia, sulla costa della Louisiana, non è certo New Orleans, e Dave Robicheaux, ex tenente della squadra omicidi, non è l’eroe che vuole o deve salvare a tutti i costi l’America, “quell’America immutabile di cui non si può fare a meno”. Lo è stato in un passato che torna nei suoi peggiori incubi notturni, popolati da fantasmi che si aggirano per le strade della Big Easy o sui sentieri del Vietnam: due luoghi in cui lui e l’America hanno sbagliato direzione.
Adesso vorrebbe starsene tranquillo con la moglie Bootsie e la figlia adottiva Alafair, mandando avanti insieme al fido Batist il negozio sul pontile dove affitta barche e materiale da pesca ai turisti, offrendo loro un’ottima colazione a base di gamberi… Ma è in questo mondo sospeso tra terra e acqua, boschi e paludi, che lo raggiunge un nuovo spettro del passato.
Un sommergibile nazista giace sui fondali del Golfo del Messico, al largo della costa di New Orleans. Non aspetta più al varco le petroliere che salpano da Baton Rouge, come mezzo secolo prima, ma continua a irradiare il suo alone malefico. E Dave Robicheaux, che ha cominciato a cercare il relitto quasi per gioco, si troverà a fare i conti con uno psicopatico neonazista che inizia a introdursi nella sua vita alternando la violenza fisica a quella psicologica, fino a portare il protagonista sull’orlo della follia.
James Lee Burke esplora in questo psicothriller i lati più oscuri del profondo Sud americano, dove ribollono fondamentalismi religiosi e fratellanze ariane, anime perse e innocenti condannati alla violenza. E lo fa scavando impietosamente nelle contraddizioni del suo antieroe, portando alla luce la fascinazione per il male e l’attrazione per la violenza che cova dentro ognuno di noi. 

James Lee Burke è nato a Houston e cresciuto tra il Texas e la Louisiana, paesi di cui nella sua narrativa racconta la storia sanguinaria e la natura impotente. Insegna Letteratura Americana alla Wichita State University, ma ha lavorato anche come operaio in una compagnia petrolifera, come reporter e come impiegato all’ufficio di collocamento della Louisiana. Reso celebre in tutto il mondo dalla serie del detective Dave Robicheaux – interpretato nel cinema da Alec Baldwin (Omicidio a New Orleans, 1996) e da Tommy Lee Jones (In the Electric Mist - L’occhio del ciclone, 2009) –, è stato candidato al Pulitzer ed è tra i pochissimi ad aver vinto due Edgar Award per il miglior romanzo di crime fiction dell’anno.

A MARZO L'USCITA DI L'ULTIMA SCOMMESSA

copertina libroL'ultima scommessa racconta la vera storia dello scandalo che colpì il calcio a undici a partire da giugno 2011, vedendo coinvolti giocatori, dirigenti e società di serie A, serie B, Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti. Per molti dei personaggi coinvolti l’accusa è stata di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva.
Il libro è un diario fuori e dentro il carcere di Cremona. Protagonista un ex direttore sportivo di un club professionistico, arrestato nell'ambito dell'operazione Last Bet.
Il romanzo è stato costruito per essere letto in 90', come un incontro di calcio. Del resto, l'io narrante vive la sua partita onirica all'interno della storia: emblema e sostanza di un pallone italico marcio da anni.
Grazie ai soldi provenienti da scommessopoli, molti sodalizi, oltre ad arricchirsi, provvedevano a saldare gli stipendi di squadra e maestranze, evitando sanzioni disciplinari. Un sistema quasi perfetto, anche se gestito in stile Bar dello Sport. E, come spesso avviene, nei bar si parla troppo…

Così quelle insegne hanno trovato spazio fuori le mura di un carcere. Il protagonista del libro, dopo gli sputi ricevuti dai tifosi, mentre lo conducevano nella sede sociale del suo ultimo club per continuare la perquisizione, ha scelto di fare a meno del pallone proprio nel giorno del trentacinquesimo anniversario di calcio giocato, dentro e fuori dal rettangolo verde. Una presa di posizione unica: uno dei pochi che non si è tirato indietro, ammettendo colpe e responsabilità proprie, senza buttare fango sulle altre persone coinvolte.

L'ultima scommessa poteva essere qualcosa di diverso dalla fiction, ma lui, Giorgio Preziosi (il protagonista), non si è sentito in grado di reggere alla pressione e alle preoccupazioni che avrebbero continuato a tormentarlo per tutta la vita senza pantaloncini…
Gianni Paris, dopo i successi di Mare nero e Nessuno pensi male, insiste sulla via del romanzo sociale: anima e cuore pulsante di una narrativa che lo identifica tra gli autori da tenere d’occhio. Grazie a lui, entreremo nello stadio non per sederci su una poltroncina: attraverso il suo sguardo apriremo la porta dello spogliatoio, prima e nell’intervallo di una partita di calcio, convinti sempre più che siamo stufi di vedere palloni bucati.

WALTER TEVIS: LA REGINA DEGLI SCACCHI


A otto anni, Beth Harmon sembra predestinata a una vita squallida come l’orfanotrofio in cui è rinchiusa: sola, timida, bruttina, dipendente dai farmaci e dall’alcol, terrorizzata da un mondo che non capisce e che non fa nulla per capirla. Finché un giorno si trova davanti una scacchiera. Gli scacchi diventano per lei non soltanto un sollievo, ma anche una speranza: Beth è brava, è più che brava, è un giovane prodigio, e la sua precoce ascesa all’olimpo scacchistico americano e internazionale la porta ad affrontare, a diciassette anni, il campione mondiale. Allo stesso tempo, però, è ancora una ragazzina spaventata, intrappolata nei suoi comportamenti autodistruttivi... L’ultimo capolavoro di uno scrittore che è riuscito a narrare come pochi altri la speranza e il riscatto.

GIUSEPPE GENNA: FINE IMPERO


Che cosa accade a un uomo quando perde tutto? Se il paese è l’Italia e quell’uomo è un intellettuale che per sbarcare il lunario scrive per le riviste di moda, il dramma privato può rivelarsi una porta d’accesso verso un altro tipo di disastro: il mondo contemporaneo. Ecco allora che il protagonista di Fine Impero intraprende la sua discesa al centro della terra aggirandosi nella notte senza fine di ciò che per comodità chiamiamo ancora show business. A fare da traghettatore c’è zio Bubba, un uomo che è «più dei politici»: agente, impresario, personaggio misterioso e chiave di volta per comprendere in cosa ci sta trasformando lo spettacolo del potere che (dagli schermi tv invasi dai talent e dai reality, fino al profondo della nostra intimità) contempliamo senza sosta a occhi spalancati. Fino a quando non si spalancherà anche la piccola porta di una tragedia la cui potenza non è possibile arginare – il mistero inesplicabile della morte dei bambini su cui la grande letteratura non fa che interrogarsi ciclicamente. Giuseppe Genna, lo scrittore che meglio ha indagato le pieghe più inquietanti dell’Italia di questi anni, racconta una parabola che ci riguarda da vicino. Abbiamo dimenticato qualcosa di fondamentale tra le stanze di un brutto sogno, e l’unico modo per riprenderla è tuffarcisi dentro.

AA.VV.: COSA SALVERA' L'EUROPA



Dopo il Manifesto degli economisti sgomenti, un nuovo saggio, altrettanto conciso e rigoroso, ci aiuta a chiarirci le idee sul futuro dei paesi dell’euro. Le parole d’ordine della politica economica europea sono la riduzione del deficit, l’abbattimento del debito pubblico, la cosiddetta austerity: gli ultimi trattati comunitari prevedono sanzioni per i paesi che non si uniformeranno a un severo programma di «risanamento». Ma gli autori del libro dimostrano che portare avanti riforme di questo tipo penalizza i lavoratori, non alimenta una ripresa economica sostenibile, danneggia alcuni paesi dell’Unione a favore di altri, senza colpire in nessun modo gli eccessi del capitalismo finanziario che sono i primi responsabili della crisi in cui ci troviamo. Con un’argomentazione lucida e chiara, comprensibile ai non addetti ai lavori, questo libro sfata i luoghi comuni riproposti acriticamente dai media e fornisce preziosi strumenti di analisi e dibattito su un argomento ogni giorno più centrale nell’agenda politica del nostro paese.

TOMMASO MONTANARI: LE PIETRE E IL POPOLO

Perché il valore civico dei monumenti è stato negato a favore del loro potenziale turistico, e quindi economico? Perché la «valorizzazione» del patrimonio culturale ci ha indotti a trasformare le nostre città storiche in «luna park» gestiti da avidi usufruttuari? Lo storico dell’arte Tomaso Montanari ci accompagna in una visita critica del nostro paese: dallo showroom Venezia, a una Roma dove si delira di piste di sci al Circo Massimo, a una Firenze dove si affittano gli Uffizi per sfilate di moda e si traforano gli affreschi di Vasari alla ricerca di un Leonardo inesistente, a una Napoli dove si progettano megaeventi mentre le chiese crollano e le biblioteche vengono razziate, all’Aquila che giace ancora in rovina mentre i cittadini sono deportati nelle new town, scopriamo che l’idea stessa di comunità è stata corrotta da una nuova politica che ci vuole non cittadini partecipi ma consumatori passivi. Le pietre e il popolo non è solo un durissimo pamphlet contro la retorica del Bello che copre lo sfruttamento delle città d’arte, ma è un manuale di resistenza capace di ricordarci che la funzione civile del patrimonio storico e artistico è uno dei principi fondanti della nostra democrazia, e che l’Italia può risorgere solo se si pensa come una «Repubblica basata sul lavoro e sulla conoscenza».

MICHELE MASNERI: ADDIO, MONTI


Un escort che è anche ghost writer. Un immobiliarista che sfrutta il mito di Pasolini per gonfiare le quotazioni delle periferie romane. Un importante economista condannato a fare sempre e solo marchette. E poi ereditiere dell’Olgiata, signore di Cortina d’Ampezzo, conduttori televisivi che crollano e risorgono. Sono questi i protagonisti di un romanzo che, avendo come crocevia il rione Monti di Roma (un tempo covo di prostitute e di briganti, oggi zona in della città), racconta le vicende di un gruppo di radical chic al tempo della crisi. Tra attacchi di panico, sedute di pilates, finti loft, spritz, amori non corrisposti, e molte ansie da salto sociale. Un viaggio nell’Italia che siamo diventati, dove la vecchia arte di arrangiarsi si nasconde tra i festival letterari e lo slow food, e la patina del buon gusto dissimula a malapena gli appetiti di chi il potere lo gestisce e dei tanti che lo sognano. Una satira dei nostri tempi firmata da un esordiente il cui talento è grande quanto il coraggio di raccontare un mondo in cui tutti siamo immersi fino al collo.