MARCO MALVALDI: ARGENTO VIVO


C’è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino, sparisce il computer in cui è salvato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editrice e incautamente non conservato in altro modo. Da questo momento il file comincia a scivolare come argento vivo sul piano accidentato della sua avventura, e si insinua, imprendibile e vivificante come il metallo liquido degli alchimisti, nel tran tran quotidiano dei tanti e diversi protagonisti. Ognuno dei quali sarebbe per sorte lontanissimo dagli altri, ma si trova coinvolto occasionalmente a causa della deviazione che quel manoscritto ha impresso nella sua esistenza. Il grande scrittore e la moglie; il giovane ingegnere a tempo determinato che lotta con la vita insieme alla affannata compagna; la bella agente di polizia, che conduce l’indagine in competizione con il laido superiore; la banda dei balordi; il tecnico appena disoccupato che c’è capitato per caso; il vecchio editore e la giovane editor. Questa varietà di personaggi, con i loro pezzi di vita, l’autore muove intorno alle eventualità aperte dallo svolgersi dell’inchiesta di polizia, su cui a loro volta gli individui incidono inconsapevoli con le scelte che fanno, creando una commedia degli incroci della vita. Al consueto umorismo fondato sull’equivoco della situazione e sull’effetto sorprendente di un dialogo surreale e ovvio insieme, Malvaldi innesta in questa commedia poliziesca un altro tipo di indagine: una investigazione ambientata in quella zona misteriosa in cui avviene l’incontro tra il caso, la libertà di agire, e il corso necessario delle cose.

Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con questa casa editrice i romanzi della serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012), salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, Milioni di milioni (2012) e Argento vivo (2013).

ERALDO BALDINI: NEVICAVA SANGUE


Nevicava sangueUna storia arriva dal lontano Ottocento, dal sangue e dalla neve della Campagna di Russia, per parlarci di ciò che è necessario. Con l'epopea fuori dal tempo di un uomo qualunque, Eraldo Baldini ci regala il racconto nitido e magnetico della difficile conquista della libertà, ieri come oggi. Nel freddo implacabile di una terra da occupare, razziare, distruggere, dove la leggendaria strega Baba Jaga diventa lo spettro di ogni crudeltà, la Campagna napoleonica di Russia è per Francesco una discesa agli inferi, un incubo a cui cerca di sfuggire insieme a Berto, il cavallo da tiro che ha in custodia. Un impietoso viaggio nel luogo in cui ogni umanità è annientata: dal gelo, dalla fame, da un primordiale istinto di sopravvivenza. Con il nitore di una lingua asciutta e lirica nello stesso tempo, Eraldo Baldini scrive un romanzo dove a fare paura, questa volta, è il mistero stesso dell'esistenza: la lotta ostinata contro la morte che, proprio mentre spoglia di ogni dignità, accende un sentimento di rivalsa.

Eraldo Baldini è nato e vive a Ravenna. Nei suoi romanzi e racconti coniuga «gotico rurale», noir e horror in una vena originale. Per Einaudi Stile libero ha pubblicato Medical Thriller (2002), con Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi (riedito nella collana «Super ET», 2006), Bambini, ragni e altri predatori (2003), Nebbia e cenere (2004 e 2012), Come il lupo (2006 e 2008), con Alessandro Fabbri, Quell'estate di sangue e di luna (2008), L'uomo Nero e la bicicletta blu (2011), Gotico rurale (2012), il libro che l'ha consacrato dodici anni fa, in una versione arricchita di nuovi racconti, e Nevicava sangue (2013). Con Giuseppe Bellosi ha scritto Halloween (2006). Ha partecipato inoltre all'antologia The Dark Side (2005). I suoi libri, ristampati piú volte, sono tradotti in varie lingue.

ERRI DE LUCA: STORIA DI IRENE

Storia di IreneTre storie "di mare". "Storia di Irene l'anfibia". E la storia di Irene, cresciuta insieme a due delfini, e promessa in sposa a uno di loro, ed è la storia di una meravigliosa sirena che, non più accetta alla terra, sgualdrina incinta, si sottrae all'uomo che l'ha ascoltata e ora vorrebbe trattenerla, raccontandole a sua volta storie incantatrici. L'incontro fra mare e terra avviene su un'isola stordita dal sole di giorno, martellata di stelle la notte, un luogo miracoloso e crudele che non accetta il mistero di Irene, e della sua bellezza di pesce­fanciulla. "Il cielo in una stalla". Cinque scampati alle rappresaglie tedesche si trovano in una stalla e devono guadagnare la salvezza attraversando nottetempo il mare che divide Sorrento da Capri (terra liberata). Prendono posto in una barca e a loro si unisce un ebreo che canta la sua preghiera mentre il profilo dell'isola appare nel buio. La storia di questa traversata è il racconto dell'intesa, che nasce fra quell'orante di religione ignota e il padre del narratore, ateo convinto. "Una cosa molto stupida". Un vecchio, magro magro, senza denti, mal tollerato dalla famiglia sgattaiola fuori dalla casa, malgrado il freddo vento dell'inverno, e va a cercarsi un posto riparato davanti al mare. S'è messo in tasca una mandorla e ora la apre e se la infila, beato, in bocca come un'ostia. Ricorda, a occhi chiusi, quando fu salvato dalle acque, in tempo di guerra, e restituito alla vita.

FRANCESCO PICCOLO: IL DESIDERIO DI ESSERE COME TUTTI

Il desiderio di essere come tuttiI funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent'anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver... Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni. Francesco Piccolo ha scritto un libro anomalo e portentoso, che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione), rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. «Un'epoca - quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla».

Francesco Piccolo è nato a Caserta nel 1964, vive a Roma. Ha pubblicato Scrivere è un tic. I metodi degli scrittori (minimum fax 1994), Storie di primogeniti e figli unici (Feltrinelli 1996 e Einaudi 2012), E se c'ero, dormivo (Feltrinelli 1998), Il tempo imperfetto (Feltrinelli 2000), Allegro occidentale (Feltrinelli 2003), L'Italia spensierata (Laterza 2007), La separazione del maschio (Einaudi 2008 e 2010), Momenti di trascurabile felicità (Einaudi 2010 e 2012), Allegro occidentale (Einaudi 2013) e Il desiderio di essere come tutti (Einaudi 2013). Scrive anche per il cinema.

RECENSIONI: SI COMINCIA

Il Sei Giornate ha deciso di dare ulteriore voce ai libri, pubblicando, con cadenza settimanale, recensioni di autori italiani e stranieri. Tutto ciò è dovuto grazie all'impegno dell'associazione culturale Voltapagina e della Marsos Editore, ovvero le due anime a capo della rassegna letteraria avezzanese da 13 anni.
Buona lettura, cari amici.